Protocolli: un'intricata via per il successo

Quando si viene assunti alla Eagle, oltre a tutte le altre dotazioni, viene anche fornito un manuale, all’interno del quale vi sono tutte le regole, le procedure ed i protocolli che un dipendente deve seguire e conoscere per garantire a sé stesso ed agli altri una pacifica e proficua convivenza all’interno dell’azienda.

I protocolli ufficiali adottati alla Eagle sono 213; per questo motivo abbiamo fatto una selezione dei protocolli più significativi e caratterizzanti. 

“La disciplina rende liberi”.

Jocko Willink

Questo è uno dei principi fondanti per Bernard e James, che infatti all’interno della loro azienda esigono con la massima intransigenza che i protocolli e le procedure aziendali vengano seguiti alla lettera.

 Non solo.

 La visione generale è che i dipendenti facciano proprie queste regole, e che le adottino anche nella vita di tutti i giorni, facendole diventare un loro modus-operandi.

L’obiettivo ultimo è che modifichino progressivamente le loro abitudini, i loro ritmi e modi di pensare per allinearli a quelli condivisi alla Eagle, e creare un perfetto connubio tra dipendenti ed azienda.


Protocollo Hot Chair Switch

Un innovativo protocollo adottato all'interno degli uffici, ideato per stimolare il co-working e la collaborazione produttiva tra colleghi. Uno dei maggiori difetti delle aziende, secondo la grande esperienza dei due soci fondatori, è la scarsa comunicazione tra i vari comparti aziendali; le aziende, gli uffici, i reparti lavorano a compartimenti stagni, quasi inconsapevoli del lavoro eseguito dai colleghi. Per ovviare a questa problematica, e stimolare una visione più globale dell'azienda i due CEO erano alla ricerca di soluzioni capaci di rendere permeabili i diversi settori aziendali; dopo lunghe notti insonni hanno quindi ideato il cosiddetto protocollo "hot chair switch".

Ecco come funziona.

 Alla Eagle ogni 2 ore suona una sirena da cantiere (964 decibel); al suono della sirena, ogni dipendente deve lasciare il proprio posto di lavoro ed andarsi a sedere nella scrivania del collega alla sua destra.

Tutti gli uffici sono stati configurati appositamente sulla base degli spostamenti che i dipendenti dovranno eseguire all'interno del protocollo, ed hanno quindi una pianta a "serpentina" che rende qualsiasi altro spostamento all'interno dell'azienda lungo, problematico e difficile da eseguire.

 Secondo gli innovativi fondatori, questo protocollo è in grado di costruire nel dipendente una visione d’insieme dell'azienda, e quindi invece di pensare solo al proprio lavoro all'interno del reparto di provenienza, inizierà a prendere contatto con tutte le altre realtà della compagnia contribuendo così a farla diventare un organismo vivo ed interattivo, con una vibrante energia fornita da idee nuove ed un ricircolo costante di spunti ed influenze.


 Ad oggi, l’applicazione di questo protocollo ha abbassato la produttività dell'azienda del 67%; inoltre ha generato nei dipendenti diverse patologie quali: labirintite, disturbo della personalità, perdita della memoria a breve termine, insonnia e sindrome post-traumatica (simile a quella riscontrata nei reduci di guerra).

I titolari però sono convinti che si tratti di una normale fase di adattamento, e che questi effetti collaterali seppur fisiologici, andranno a sparire nel corso di qualche mese.

 Protocollo Space Friday

Alla Eagle Company ci si sa divertire. E parecchio.  Per questo motivo, i titolari hanno istituito un simpatico protocollo per rendere meno formali i rapporti tra i dipendenti e creare un momento di svago e composta frivolezza all’interno dell’azienda. Solitamente le compagnie strutturate adottano quello che viene definito il “Casual Friday”; la regola grazie alla quale ogni venerdì il personale può vestirsi come vuole, senza l’obbligo di indossare camicie, giacche o completi eleganti.

Questa pratica ha avuto origine negli anni ottanta in America ed è stata da subito apprezzata dagli interessati, tanto da diffondersi così rapidamente che oggi è adottata in moltissime realtà.

La Eagle Company però, non è certo un’azienda come le altre; I due titolari di conseguenza hanno deciso di istituire una versione modificata e migliorata del “Casual Friday”: lo Space Friday. 

Di fatto il funzionamento è uguale; il venerdì alla Eagle i dipendenti possono vestirsi in modo differente rispetto al resto della settimana. Tuttavia, la scelta degli indumenti non è completamente libera; infatti la modifica sostanziale è stata quella di dare un “tema” alla giornata dedicata al vestiario casual. Dato che insieme ad altri orientamenti, la Eagle Company è anche un’azienda aeronautica che concorre alla conquista dello spazio, la scelta più logica fu quella di assegnare al venerdì il tema dello spazio.

 Da qui “Space Friday”.

 Da quando è stato attivato il protocollo ogni venerdì i dipendenti devono presentarsi con un abbigliamento consono al tema:

 sono quindi ammesse di fatto solo tute spaziali.

 A questo punto, i meno informati potrebbero pensare che il protocollo limiti di molto le possibilità e le combinazioni di vestiario da sfoggiare durante lo Space Friday;

 ma è qui che ci si sbaglia di grosso.

 Dalle prime missioni ad oggi infatti, le diverse nazioni interessate all’esplorazione spaziale si sono adoperate nella creazione di un’ampia gamma di tute. Vi sono moltissimi modelli; da quelle create per le passeggiate lunari, a quelle pensate solo alla permanenza all’interno delle navette o delle stazioni orbitali.

La Cina ad esempio ha contribuito con ben tre modelli.

 La Russia si è sbizzarrita con oltre sette modelli, tra cui l’Orlan, la Strizh, la sfiziosissima Sokol utilizzata a bordo delle navette Sojuz a partire dal 1973, e la famigerata SK-1.

 Dall’America sei stilosissimi modelli tra cui la Navy Mark IV, la Gemini, utilizzata nell’omonimo progetto, la Apollo/Skylab A7L che tutti abbiamo ammirato nelle missioni Apollo, e l’immortale EMU (Extravehicular Mobility Unit), il comodo e pratico scafandro da 130 chili utilizzato dagli astronauti nelle attività extraveicolari.

 La scelta quindi non manca! Ogni dipendente può sfoggiare la tuta che più si addice alla sua personalità, al suo umore, o che meglio rappresenta il suo modo di essere.

È stato evidenziato solo un piccolo problema legato alla vestibilità dei modelli, che oltre ad essere molto ingombranti, arrivano a pesare fino a oltre il quintale.

All’interno degli uffici queste due caratteristiche da sole sono riuscite a far vacillare la buona riuscita dell’iniziativa.

Il venerdì inoltre è stata registrata un’insolita impennata di guasti e danni al materiale di lavoro presente negli uffici:

Danni causati principalmente da caduta.

Monitor, computer, piante, armadi, scrivanie, telefoni. Indossando le tute si è notato che i dipendenti diventano goffi e distratti. Si muovono più lentamente e sudano per ogni minimo movimento.

Solo negli ultimi due Space Friday i partecipanti sono stati colpiti da quattro collassi e nove svenimenti; inoltre, un dipendente dell’ufficio amministrativo ha perso l’equilibrio ed è caduto, faccia a terra: è rimasto in quella posizione per 5 ore e 25 minuti, ed è stato in grado di tornare in posizione eretta solo con l’aiuto di altre 4 persone.

Fatto salvo per questi piccoli disguidi, lo Space Friday è considerata l’attività cardine del progetto di Team-Building attuato dall’azienda, per permettere ai collaboratori di legare e di creare rapporti di amicizia.